Fammi respirare un pò quest’aria frizzantina. Ah, che bella! E poi che silenzio, a quest’ora non c’è quasi nessuno in giro. Ma che ora abbiamo fatto? È tardi, bisogna tornare a lavoro! Vorrei sapere chi me la fa fare. Da quanto tempo non sono a letto a quest’ora? Magari a leggere un libro? Quante notti sono che non leggo? Almeno un migliaio! Diciamo mille, e con oggi una in più: mille ed una notte. Perfetto per una serata da favola.
A proposito di favola, più tardi mi devo ricordare di sistemare i “Pollicini” e le “Nonnine”. Dovrebbe pensarci cappuccetto rosso alla sua nonnina, una buona nonna tutta da mangiare ed infatti il lupo lo sapeva e l’ha fatto. Che risate se il lupo invece avesse mangiato le mie nonnine: il primo lupo col diabete, sai che storia! Ma forse è meglio smettere di tergiversare che c’è ancora tanto da fare. Da quanto sto lavorando? Così poco? A che punto siamo con l’impasto? Dobbiamo farne almeno il doppio. I forni come sono messi? Bisogna incominciare a scaldarli.
Prendi, bagna, impasta, infarina, stendi, piega, dannazione mi prude il naso e non posso grattarmi, ho le mani tutte impiastricciate e non posso usare il braccio altrimenti mi rovino i baffi. Avessi un genio gli chiederei di farmi sparire il prurito, ma Aladino è egoista e tiene la lampada tutta per sé. Potrei ingaggiare Alì Babà con i suoi ladroni per rubargliela. E se creassi anche i Babà? È un’idea da non scartare, me la devo appuntare. Così quando i clienti li vogliono devono dire “Apriti sesamo!”. Dovrei anche fare i prodotti al sesamo. Quanta bella roba da creare così potrei accogliere la gente con “Benvenuti nella caverna delle meraviglie!”, ma forse mi prenderebbero per pazzo.
L’impastatrice ha finito di incordare? Pare di sì, ora ripasso a mano e inizio a fare i panetti. Che stanchezza, ma chi me la fa fare? Stringiamo i denti e sorridiamo. Ridere, ridere, ridere ancora, ora la guerra paura non fa. Era così che iniziava Samarcanda, vero? Ma qui siamo a San Marcanda. Brucian nel fuoco le divise la sera, brucia nella gola vino a sazietà. A proposito di bruciare, meglio controllare i forni.
Finalmente un pò di pausa, anche se irreale. Esco a prendere una boccata d’aria. Che buono il profumo che emana il forno adesso. Peccato che stanno tutti dormendo: quanto mi piacerebbe uno sguardo complice e di partecipazione in questo momento. È bello pensare che questa fragranza accompagni i vicini nei loro sogni. Buona questa nota di cannella! Per fortuna ho chi mi aiuta nel preparare tutto questo ben di Dio.
Inforniamo, sforniamo e poi stipiamo nel bancone. Ormai la notte è finita ed ecco che arriva il primo cliente.
È un bambino:
“Buongiorno piccolino. Cosa desideri?”
“Vorrei i tuoi panini.”
“Ecco a te.”
“Grazie mille. I tuoi panini sono i più buoni del mondo!”
La luce nei suoi occhi mi fa capire che non mente. Ora mi sono ricordato cosa me lo fa fare.
Alessio Mastrodonato
le mille ed una notte