Tra sapori e tradizioni

Retroscena di un matrimonio pugliese

Era una mattina d’estate inoltrata, i caldi raggi del sole filtravano attraverso le bianche tende di lino ed illuminavano la cucina in maniera delicata, quasi contrastando con l’intenso aroma di caffè che annunciava l’inizio di una nuova energica giornata.

Tutto sembrava esser pronto in vista del grande giorno delle nozze.

Lei, impaziente di indossare l’abito bianco, aveva occhi scintillati d’emozione nonostante mancasse ancora qualche giorno prima di percorrere la navata.

Sua madre, donna equilibrata e premurosa, sapeva però che quasi tutto era pronto!

Mancava ancora un dolce dettaglio tradizionale che sarebbe nato dalle mani e dall’amore della genitrice della futura sposa.

Armata di passione, la mamma diede il via all’antico valzer fatto di farina, zucchero, uova, lievito, miele, scorza d’arancia e cannella. Le sue dita mescolavano ed impastavano gli ingredienti in maniera sapiente ed elegante, come stessero facendo l’amore, ed il loro profumo si intrecciava graziosamente con quello mattutino del caffè.

Sua figlia la guardava, osservava i gesti morbidi e decisi della madre, sorridendo, e senza neanche rendersene conto prese parte a quell’incanto domestico.

Con fare liturgico, la donna, diede forma a tutto quell’impasto dividendolo in filoncini, ognuno dei quali venne arrotolato con accortezza a mò di ciambella. La futura sposa seguiva con diligenza i gesti della sua maestra.

Non restava che lasciar trascorrere qualche ora per far crescere e lievitare tranquillamente quelle dolci creature frutto dell’amorevolezza: i Propati.

Ultima tappa di questo rito sarebbe stato l’incontro con il calore del forno, dove la magia della loro doratura avrebbe sancito la conclusione di quel cerimoniale che precede i matrimoni della nostra terra.

Ora, finalmente, era davvero tutto pronto per la festa nuziale!

 

Luciapia Fenuta

propati, amore e fantasia

Condividi su: